leggiamo su https://tecnologia.libero.it il segiente articolo.
L’associazione a difesa dei consumatori vorrebbe stoppare la sperimentazione 5G in attesa di dati scientifici certi sugli effetti sulla salute
7 Agosto 2019 – Continua la battaglia del Codacons contro la sperimentazione e l’installazione delle antenne 5G sul territorio nazionale italiano. Dopo aver presentato alcuni giorni fa un esposto alle procure della Repubblica, con la richiesta di aprire al più presto delle indagini per vagliare i rischi della salute connessi al 5G, l’associazione dei consumatori dà inizio a quella che lo stesso ente hanno definito una vera e propria crociata contro la nuova tecnologia di telefonia mobile.
Alla base della campagna del Codacons la mancanza di prove ed evidenze scientifiche che escluderebbero a priori la pericolosità del 5G per la salute umana. Questa tecnologia, infatti, lavora su frequenze completamente differenti rispetto al 4G LTE e al 3G e richiede l’installazione di molte più antenne per coprire la stessa porzione di territorio. Per questo motivo, il Codacons chiede misure precauzionali per impedire che i cittadini vengano esposti a inutili pericoli.
La “crociata” del Codacons
Dopo il veto posto da alcuni sindaci italiani all’installazione di nuove antenne nei territori di loro competenza (al momento si tratta dei primi cittadini di Scanzano Jonico, Pompu, Segariu, Noragugume, Cogne, Ricaldone e Solonghello) il Codacons ha preso la palla al balzo e ha scritto a tutti i 7.914 comuni italiani, lanciando la “crociata” contro il 5G. L’associazione dei consumatori, in particolare, chiede a tutti i Sindaci di bloccare e rifiutare la sperimentazione del 5G sui loro territori.
“Allo stato attuale – afferma Carlo Rienzi, Presidente Codacons – le evidenze scientifiche non sono in grado di assicurare con assoluta certezza l’assenza di rischi suo fronte sanitario per i cittadini. In tali situazioni si applica quindi il principio di precauzione che pone come interesse primario la tutela della popolazione, anche perché i sindaci sarebbero i primi soggetti chiamati a rispondere di eventuali danni prodotti da strutture tecnologiche autorizzate dalle amministrazioni“.
I Sindaci che faranno loro la protesta contro la sperimentazione e la diffusione del 5G saranno premiati con il riconoscimento “Amico del consumatore”, fiore all’occhiello del Codacons che da molti anni premia le personalità del mondo civile, politico, imprenditoriale e dello spettacolo che più si sono distinte nel campo della difesa degli utenti.
5G in Italia: i limiti da superare
La nuova rete 5G in Italia parte con molti impediemnti dovuti soprattutto a questioni burocratiche e di sicurezza degli utenti
8 Luglio 2019 – La rete dati superveloce 5G è arrivata anche in Italia con le prime offerte di Tim e Vodafone a Roma, Milano, Torino e altre grandi città italiane. Entro il 2023 la copertura della rete 5G dovrebbe essere simile a quella dell’attuale 4G. Ma la qualità, paradossalmente, potrebbe non essere ottima.
A causa degli attuali limiti italiani alle emissioni elettromagnetiche, infatti, gli operatori potrebbero essere costretti a installare antenne 5G di potenza troppo bassa per ottenere le prestazioni standard del 5G. Inoltre, a causa del sovraffollamento dei siti dove già ci sono altre antenne, potrebbero essere costretti a cercare nuovi posti con costi veramente alti. Ma non solo: a causa delle procedure burocratiche necessarie a installare una nuova antenna in un nuovo sito, i tempi di espansione della rete si potrebbero allungare di parecchio. Il 5G, in Italia, nasce quindi con una gamba zoppa e tutto dipende dai limiti alle emissioni.
Come funzionano i limiti alle emissioni elettromagnetiche
I limiti alle emissioni elettromagnetiche servono per tutelare i cittadini che abitano nelle vicinanze dei siti che ospitano le antenne. Le emissioni si misurano per sito, non per singola antenna, e per questo se in un sito ci sono già altre antenne è possibile che installando una nuova antenna 5G si superino i limiti di legge.
I limiti italiani alle emissioni elettromagnetiche
Gran parte dei Paesi europei si è semplicemente adeguata alle linee guida internazionali, imponendo gli stessi limiti. Grecia, Croazia, Lituania, Belgio, Polonia, Bulgaria e Italia hanno preferito imporre limiti più bassi. I limiti italiani sono i più bassi di tutti: 100 volte meno le linee guida, che già sono molto restrittive.
Come sarà il 5G in Italia
Secondo un recente studio del Politecnico di Milano e del CNR il 62% dei siti che già ospitano antenne per le telecomunicazioni non può accogliere altri trasmettitori perché altrimenti si sforerebbero subito i limiti di legge. Di conseguenza, se non verranno aggiunti altri siti per le antenne la qualità del 5G in Italia sarà molto bassa e la copertura a macchia di leopardo. Alla luce di tutto ciò le soluzioni sono due: o si alzano i limiti alle emissioni, portandoli ai valori degli altri Paesi europei, o si autorizzano nuovi siti per le antenne del 5G.
I costi del 5G in Italia
Tutto questo si ripercuote anche sui costi che gli operatori devono sopportare e che poi, in un modo o nell’altro, vengono scaricati sugli utenti. Se non si possono usare i siti già esistenti, bisogna spendere parecchio denaro per analizzare il territorio e cercare siti nuovi. Poi bisogna passare da una lunga burocrazia per ottenere le autorizzazioni all’installazione di ogni nuova antenna e, infine, la si può accendere. Costi alti, quindi, e tempi di ritorno dell’investimento altrettanto alti. Non certo una buona base di partenza per il 5G in Italia.