Quanto guadagnano 25 professioni chiave
Nell’elenco che segue, Capital ha selezionato le 25 figure più ricercate dagli head hunter quest’autunno. In alcuni casi la posizione viene ricoperti da quadri. La retribuzione riportata è quella annua lorda.
Sul livello minimo e massimo influiscono l’anzianità (quella qui considerata è di almeno cinque anni) e la dimensione dell’azienda.
DIRETTORI: COMMERCIALE E VENDITE: deve pianificare in autonomia il proprio tempo e della rete dei venditori per raggiungere gli obiettivi commerciali. Lavora in stretto contatto con la direzione generale. Gli vengono chieste doti di leadership , di analisi e organizzative, oltre a capacità di lavorare per obiettivi e di gestire un budget. Nelle piccole aziende spesso ha anche la responsabilità del marketing. Retribuzione direttore vendite: 70-120mila euro o più. Retribuzione direttore commerciale: 80-160mila euro.
DIRETTORE MARKETING: propone, applica e verifica l’efficacia delle attività di promozione, marketing, advertising e comunicazione. Retribuzione: 60-150mila euro.
AREA MANAGER: ha la responsabilità di raggiungere l’obiettivo di fatturato condiviso con il direttore vendite attraverso la gestione operativa del territorio/canale/clienti assegnati. Retribuzione: 45-85mila euro.
DIRETTORE COMMERCIALE ESTERO: partecipa alla definizione delle strategie aziendali con il comitato di direzione ed è responsabile dei risultati di fatturato all’estero. Retribuzione: corrente e di quello in sofferenza, recupero del credito m sede stra-giudiziale e giudiziale. Retribuzione: 80-150mila euro.
EXPORT AREA MANAGER : ha il compito di sovraintendere e sviluppare il mercato estero dell’azienda. Ne identifica le potenzialità e i rischi. Deve essere in grado di selezionare nuovi paesi di sbocco, progetta e organizza la rete di vendite all’estero. Retribuzione : 45-90mila euro.
GENERAL MANAGER SEDE ESTERA: ha la responsabilità del conto economico e della pianificazione strategica della sede estera. Coordina tutte le funzioni. Retribuzione : da 120mila euro in su.
ON LINE SALES MANAGER/E-COMMERCE MANAGER : il ruolo richiede l’aver maturato una solida esperienza nel mondo web con capacità di creare e sviluppare un canale di vendita complementare a quelli tradizionali. Retribuzione: 45-100mila euro.
SALES ENGINEER : interfaccia il cliente e lo consiglia nella scelta del prodotto, propone le migliori soluzioni tecnico-progettuali, risolve le problematiche tecniche, cerca nuovi clienti. Ha una solida preparazione tecnica nell’area di riferimento dell’azienda. Retribuzione: 80-120mila euro.
DIRETTORE TECNICO: coordina e gestisce il settore tecnico dell’azienda e ne pianifica gli interventi. Retribuzione: 80-120mila euro.
RESPONSABILE R&D: ha la responsabilità dell’innovazione tecnologica per creare nuovi prodotti, migliorare quelli esistenti e ottimizzare i processi produttivi. Retribuzione : da 90mila euro in su.
CREDIT MANAGER : ha la responsabilità del credito commerciale e della sua policy; di prevenzione del rischio, selezione della clientela, soluzioni di supporto alle vendite, recupero del credito corrente e di quello in sofferenza, recupero del credito in sede stra-giudiziale e giudiziale. Retribuzione: 40-80mila euro.
RESPONSABILE AMMENISTRATIVO/CFO: supporta la direzione della società, collabora al suo sviluppo economico e alla conservazione del patrimonio. Assiste la direzione generale nella definizione e nella direzione del sistema di governo economico, fiscale e finanziario, e per la pianificazione strategica. Retribuzione: 60-140mila euro.
PRIVATE BANKER: professionista esperto di investimenti, strumenti finanziari e negoziazione titoli. Retribuzione: 50-90mila euro.
SENIOR CONTROLLER: predispone i] budget di impresa, verifica costi e ricavi affinchè siano conformi alle previsioni, propone soluzioni correttive o di miglioramento. Retribuzione: 50-60mila euro.
PROCESS ENGINEER : ha il compito di progettare, avviare, gestire e ottimizzare produzioni o processi in ambito meccanico, chimico-petrolchimico, minerario, biotecnologico, farmaceutico, alimentare. In ambito informatico la figura professionale prende il nome di process system engineer. Retribuzione: 35 – 60 mila euro.
PLANT ENGLNEER: ha la responsabilità della manutenzione di macchinari ed equipaggiamenti. I principali datori di lavoro sono le grandi aziende manifatturiere ed elettriche. Retribuzione: 40-80mila euro.
PROJECT MANAGER: realizza un progetto, assicura il rispetto dei tempi, dei costi e della qualità voluti. Deve possedere, oltre alle competenze tecniche, doti organizzative, di problem solving e di leadership. Retribuzione: 40-90mila euro.
QUALITY MANAGER: verifica la rispondenza del livello qualitativo dei processi o dei prodotti agli standard qualitativi definiti. Analizza il livello qualitativo di un prodotto o di un servizio con il successo o l’insuccesso commerciale. Retribuzione: 80-120mila euro.
ENERGY MANAGER: razionalizza l’uso deB’energia, analizza i dati sui consumi e propone investimenti finalizzati all’efficienza. Retribuzione: 45-75mila euro.
RISK MANAGER : identifica rischi finanziari, assicurativi, ambientali, produttivi, sanitari. Identifica le strategie per ridurre eventuali perdite. Sono richieste anche buone doti comunicative e relazionali. Retribuzione: 40-90mila euro.
DIGITAL MANAGER/CHIEF TECHNOLOGY OFFICER (CTO): fa si che l’azienda sia digitalmente integrata. Semplifica i processi operativi. Ha di solito un background tecnico per coordinare figure dedicate al software e all’hardware-rete. Retribuzione: 50-90mila euro.
FOOD & BEVERAGE MANAGER: è il responsabile della gestione di un ristorante, cucina, bar di alberghi o grandi ristoranti; ha la responsabilità della qualità del servizio, della soddisfazione dei clienti, dei costi operativi. Deve avere un’ottima conoscenza dell’inglese e dei principali programmi informatici, capacità organizzative e gestionali. Retribuzione: 50-90mila euro.
MEDICAL ADVISOR: è il direttore di un’area terapeutica, collabora con le diverse funzioni aziendali e gestisce gli studi clinici della sua area, a livello nazionale e internazionale. Requisiti chiave: laurea in medicina e chirurgia, breve esperienza nella direzione medica di una multinazionale farmaceutica, ottima conoscenza dell’inglese. Retribuzione: 55-120mila euro.
COMPLIANCE OFHCER: è l’esperto della supervisione e gestione della conformità a leggi, regolamenti, norme organizzative e standard di settore. Retribuzione: 50-80mila euro
Fonte: Estratto da pagina 20 di CAPITAL ( http://www.classeditori.it/default.asp ) del 26-09-2014
Cyber security: come si formano (e quanto guadagnano) i «guardiani del web»
• –di Alberto Magnani
• 18 agosto 2016
Prevenire le minacce, calcolare i rischi, mitigare gli effetti di attacchi e intrusione nei dati sensibili. Lavoro da intelligence? Non proprio: sono le competenze richieste agli specialisti di cyber security assunti da Walmart, il colosso Usa del retail che ha chiuso il 2015 con 482 miliardi di ricavi e una serie di scandali sulla violazione delle carte di credito dei suoi clienti. Sarà, forse, che gli specialisti di sicurezza informatica non sono esclusiva dell’It: la domanda, fissata dalla società di software Symantec a 6 milioni di posizioni entro il 2019, spazia dalla finanza alle catene commerciali, dal business in ascesa delle auto connesse alle piattaforme di pagamento online. E le retribuzioni vengono proiettate dal portale Usa PayScale a un valore medio di quasi 70mila dollari Usa l’anno, con una forbice che oscilla fino a picchi ben superiori per le figure senior.
Dall’informatica alla criminologia, le vie della cyber security
Già, ma di cosa si occupano esattamente gli “specialisti di cyber sicurezza”? Numeri a parte, non è facile inquadrare la professionalità sotto un’unica voce. Il nodo comune è l’attività di difesa da attacchi virtuali e spionaggio, ma il ruolo può assumere varie funzioni: ingegneri (security engineer), amministratori di dati (data security administrator), “architetti” delle informazioni (network security architect). E alle figure più tecniche si affiancano specialisti che reagiscono alla cyber-criminalità con competenze diverse, come l’analisi psicologica, le ripercussioni legali o il rischio per l’impresa. Come spiega Andrea Zapparoli Manzoni, responsabile cyber sicurezza di Kpmg, «non si può pensare che, per lavorare nella cyber security, basti saper “hackerare” un computer. È chiaro che la componente tecnica è fondamentale, ma ci sono alcuni aspetti della criminalità informatica che vanno studiati sotto a un’altra luce».
LA CRESCITA DEGLI ANNUNCI DI LAVORO NELLA CYBER SECURITY
Le posizioni aperte nella sicurezza informatica Usa aumentano a un ritmo 3 volte superiore a quello del segmento It (Fonte: Burning Glass Technologies)
Nel team di Zapparoli Manzoni lavorano più di 100 professionisti, ma la quota di tecnici non va oltre le 40 unità. «Non c’è dubbio: se devi fare un’analisi di vulnerabilità hai bisogno di specialisti in informatica – chiarisce Zapparoli Manzoni – Ma per altri aspetti, non meno importanti, hai bisogno di qualcuno che riesca a “capire l’avversario” o la resilienza dell’azienda: laureati in criminologia, economia, scienze politiche, giurisprudenza». Del resto, secondo Zapparoli Manzoni, il mestiere si impara più sul campo che sui banchi di università e scuole superiori. Le competenze sono indispensabili, ma la via della formazione arriva più spesso – e con più efficacia – da esperienze dirette, passione personale o corsi di perfezionamento.
Le lauree in informatica ed ingegneria informatica restano i biglietti da visita più naturali, ma le prospettive si creano anche all’infuori dei corsi di settore. Da un lato ci sono le competenze indicate sopra, dalla criminologia all’analisi di mercato. Dall’altro c’è il valore aggiunto di specializzazioni post lauream. «Servono pratica, servono stage, servono “challenge” come quelle che fanno all’estero – insiste Zapparoli Manzoni – E poi un’attitudine personale: devi essere un po’ “maniaco” di questi argomenti per entrare nel vivo, la teoria non basta e a volte gli atenei tendono un po’ a livellare i talenti».
I SETTORI PIÙ «CALDI» PER LA CYBER SICUREZZA
In testa servizi professionali (37%), finanza (13%) e manifattura-difesa (12%) (Fonte: Burning Glass Technologies)
La domanda non manca. Su un portale di ricerca lavoro generalista come Monster si segnalano «più di 1000 opportunità». Il sito specializzato Cyber security Job Site elenca 184 posizioni aperte. E sono alla ricerca di figure nell’orbita della sicurezza informatica colossi come Intel, Motorola Solutions e Hewlett Packard. Nel futuro immediato, secondo Zapparoli Manzoni, potrebbe registrarsi un boom in tutti i segmenti con più bisogno (e più ritardi) nella protezione dei dati: in cima a tutti la pubblica amministrazione, seguita da banche, assicurazioni, colossi delle telecomunicazioni, utility. Fino alla filiera italiana delle Pmi, l’esercito di imprese con un grado ancora minimo di digitalizzazione e tutela dei suoi dati. «Da un punto di vista di medio termine chi ha bisogno di fare cyber security sono proprio le piccole e medie imprese. Anche se è probabile che la domanda verrà soddisfatta con outsourcing e società esterne, piuttosto che farsi – o potersi permettere – un servizio “fatto in casa”».
Nel dettaglio dell’It, la domanda di specialisti potrebbe concentrarsi per la difesa di cloud e piattaforme mobile. Andrea Stroppa, giovanissimo esperto di sicurezza informatica (classe 1994), vede gli sviluppi più robusti sulle seconde. «Le professionalità emergenti nel campo della cyber security sono sopratutto nel mondo del mobile, sia in ambito difensivo che offensivo – dice Stroppa – È una carriera che si presta bene a tutti quelli che non smettono mai di essere curiosi».
Il nodo degli stipendi: in Italia uno specialista si paga la metà
Proprio Stroppa, 22 anni, rientra in una categoria che ha a che fare con un altro genere di «vulnerabilità»: le prospettive di carriera. «In Italia gli stipendi sono abbastanza in linea con altri paesi europei anche se siamo leggermente sotto – spiega – Negli Stati Uniti e in Inghilterra parliamo di cifre più importanti»
Nel dettaglio? Uno specialista di sicurezza informatica assunto in Italia rischia di guadagnare anche il 50% in meno di un collega che ha scelto il mercato estero. «Sul mercato internazionale, per certe posizioni, non si prende meno di 80mila-100mila euro l’anno anche se ha meno di 27 anni. Qui in Italia si va di rado sopra i 40mila euro, e viene considerata una cifra eccezionale» conferma Zapparoli Manzoni di Kmpg. «Tanti partono, hanno ragione e non è detto che ritornino. Ma così rischiamo di perdere know how preziosa. E la nostra stessa sicurezza».
Fonte il Sole 24 Ore ilsole24ore.com/art/tecnologie/2016-08-18/cyber-security
Cyber Security Manager: la sicurezza informatica in azienda
Il Cyber Security Manager, o Responsabile della Sicurezza Informatica, è una figura professionale di affermazione recente.
La società odierna è caratterizzata da una digitalizzazione delle attività e dei processi in costante crescita.
L’evoluzione della tecnologia e il suo ingresso irrompente nelle nostre vite (basti pensare alla diffusione capillare di dispositivi costantemente connessi al web) hanno portato con sé anche una serie di problematiche legate alla diffusione impropria di dati, allo spionaggio elettronico e ad altri fattori che costituiscono una pericolosa minaccia, soprattutto per le imprese.
In questo contesto nascono il concetto di Cyber Security e quindi la professione del Cyber Security Manager. Vediamo nello specifico di cosa si tratta.
Quali sono i suoi obiettivi professionali?
Il Cyber Security Manager svolge attività di prevenzione, rilevazione e risposta ad attacchi e minacce provenienti dal web e rivolti alla sicurezza di reti di computer e archivi di dati.
L’obiettivo finale è di preservare la riservatezza e l’integrità dei sistemi informativi dell’azienda in cui opera.
Quali mansioni ricopre?
Tra le mansioni del Cyber Security Manager emergono per importanza la progettazione di piani di prevenzione (mediante antivirus e interventi di anti-spionaggio), l’intervento sui software e le reti aziendali qualora la prevenzione non fosse sufficiente.
In funzione delle attività principali, il Responsabile della Sicurezza Informatica deve inoltre:
• creare appositi antivirus e controllarne il corretto utilizzo da parte dell’azienda
• effettuare test su sistemi e software
• individuare e risolvere imperfezioni o bug nelle applicazioni
• aggiornarsi costantemente
Quali sono le competenze che deve avere?
Il Cyber Security Manager deve possedere competenze diversificate, in particolar modo dal punto di vista tecnico-specialistico:
• conoscenze giuridico-legali, con riferimento alle norme di tutela delle informazioni, dei marchi e dei brevetti aziendali, nonché ai crimini informatici
• approfondite competenze informatiche riguardanti internet, server, reti e periferiche, software, piattaforme ed e-commerce, linguaggi di programmazione
• conoscenza di sistemi di algoritmi crittografici e protocolli di autenticazione
Un Responsabile della Sicurezza Informatica dovrebbe possedere anche alcune soft skills importanti:
• capacità di lavorare in team
• flessibilità
• precisione
È fondamentale che abbia una buona padronanza della lingua inglese, senza considerare naturalmente il gergo informatico, la cui conoscenza è indispensabile e scontata.
Qual è il percorso di formazione più adeguato?
Al Cyber Security Manager è richiesta almeno una laurea triennale in Informatica o Ingegneria Informatica, a cui preferibilmente dovrebbe seguire una specializzazione nell’ambito del Security Management (crescono sempre più i corsi specifici nelle facoltà universitarie italiane di Informatica e i corsi professionali e di perfezionamento dedicati).
Come per tutte le professioni in ambito tecnico, la formazione non è sufficiente senza un’esperienza maturata sul campo e un aggiornamento costante.
Dove lavora?
Il Cyber Security Manager può lavorare come dipendente oppure come libero professionista.
Generalmente opera in multinazionali o imprese di dimensioni medio-grandi, che abbiano a disposizione banche dati e sistemi informatici ad alto rischio di attacco da parte dei “pirati informatici”. In questo caso svolge spesso il proprio lavoro come dipendente.
Nel caso in cui sia impiegato in aziende più piccole, probabilmente offrirà la propria consulenza da esterno, come lavoratore autonomo o come dipendente presso società specializzate di consulenza informatica.
Quanto può guadagnare?
Un Responsabile della Sicurezza Informatica può guadagnare, sul mercato internazionale e per aziende particolarmente importanti, anche cifre che si aggirano attorno a 80 mila o 100 mila euro l’anno.
Sul mercato italiano, in media, si va da 25 mila a 55 mila euro annui.
Quali sono le prospettive di crescita professionale?
Il principale margine di crescita del Cyber Security Manager consiste nell’aumento di salario, tramite l’acquisizione di nuovi clienti o, per i lavoratori dipendenti, mediante l’assunzione presso un’azienda di prestigio.
https://www.4stars.it/blog/cyber-security-manager/
http://cybersecurity.startupitalia.eu/