Leggiamo su Repubblica.it del 5 ottobre 2017 il seguente articolo tratto dal Wall Street Journal
Usa, “Hacker russi hanno rubato dati Nsa con l’antivirus Kaspersky”

Il Wall Street Journal: “Il furto risale a 2015 ma è stato scoperto nella primavera 2016”. Intanto i pirati informatici aprono un nuovo fronte: hackerare gli smartphone dei soldati della Nato
SFRUTTANDO l’antivirus russo Kaspersky (vietato recentemente in tutte le agenzie governative Usa), hacker che lavorano per il governo di Mosca hanno rubato dati su come gli Usa penetrano nei network informatici stranieri e su come si difendono dai cyberattacchi. E’ accaduto dopo che un contractor della National Security Agency (Nsa) ha rimosso il materiale altamente classificato e lo ha messo nel suo computer di casa.Lo scrive il Wsj, citando varie fonti. La vicenda risale al 2015 ma è stata scoperta nella primavera del 2016. Si tratta di uno degli attacchi hacker più importanti e pericolosi degli ultimi anni per la sicurezza nazionale dell’americana: con queste informazioni, i pirati informatici potranno penetrare con più facilità all’interno dei network americani e potrebbero garantire alla Russia la possibilità di superare i controlli dell’Nsa ed entrare nei sistemi americani, dove si trovano informazioni classificate. I pirati russi, inoltre, potrebbero usare i dati rubati per accedere anche a network di altri paesi. Il gruppo Kaspersky ha più di 400 milioni di clienti in tutto il mondo.
Ma le attività degli hacker russi al soldo di Mosca nel tempo si sono diversificate. L’ultima in ordine di tempo è l’hackeraggio degli smartphone dei soldati Nato, fa sapere il Wsj, che cita ufficiali e dirigenti della Nato. L’obiettivo, sostengono, è quello di ottenere informazioni operative e dati sulla consistenza numerica delle truppe, nonchè intimidire i soldati. La campagna avrebbe messo nel mirino il contingente di 4.000 soldati Nato dislocati in Polonia e nei Paesi Baltici per proteggere i confini con la Russia, mentre crescono le tensioni con Mosca.Tra le vittime il tenente colonnello Christopher L’Heureux, che ha assunto il comando della base Nato in Polonia in luglio. L’ufficiale ha sostenuto di aver subito un tentativo di hackeraggio attraverso un indirizzo ip russo e di essere stato geolocalizzato ovunque fosse. L’Heureux ha riferito che almeno sei
dei suoi soldati hanno subito l’hackeraggio del cellulare o del loro account Facebook. Alcuni ufficiali della difesa occidentali hanno ridimensionato il significato militare della campagna, riferendo che ha causato poco o nessun danno e che spesso sono state utilizzate informazioni pubbliche.