post scritto per DLui in edicola con Repubblica l’11 marzo 2017 Riccardo Luna12 marzo 2017, 17:35
La protesta dei tassisti, la mediazione del governo, le nuove norme che ancora una volta guardano al passato e non al futuro. Io questa storia l’ho già vista, anzi l’ho già letta. E’ accaduta nel Regno Unito nell’800. Anzi, alla metà del XIX secolo per essere precisi. In strada si vedevano le prime automobili, ma le persone normali andavano a cavallo, ci erano sempre andate. O meglio ancora: in carrozza. Le carrozze erano il taxi dell’epoca e quando arrivarono le auto fu il panico. Dovete capirlo. Le prime automobili erano oggetti strani, mai visti, con dei motori rumorosi che emettevano un fumo puzzolente. Ma erano bellissime, avevano un fascino unico, lo stesso fascino che ha sempre esercitato la gioventù: è il fascino del futuro. No, il panico di cui parlavo non era quello di chi le automobili le vedeva passare per la prima volta su una strada. Il panico era soprattutto fra i cocchieri. Come difendere il loro lavoro? E gli investimenti fatti nelle carrozze e nei cavalli? Nel 1865, in una legge dedicata a regolamentare il trasporto con i treni, venne stabilito anche che tutte le automobili potessero circolare alla velocità massima di tre chilometri all’ora e precedute da un uomo con una bandiera rossa per segnalare il pericolo imminente. Letteralmente, a passo d’uomo. Per non spaventare i cavalli, ufficialmente. In realtà il Red Flag Act, la legge sulla bandiera rossa, doveva servire a proteggere i cocchieri e il trasporto su carrozze dalla concorrenza del futuro, ma si è visto come è finita: i cavalli stanno nei maneggi in campagna e le carrozze si vedono in qualche grande città solo per le passeggiate dei turisti. Punto.
Quella legge sarà emendata più volte e infine definitivamente abrogata 38 anni dopo, proprio mentre veniva esportata negli Stati Uniti: prima nel Vermont, nel 1894; e poi in Pennsylvania dove il parlamento locale all’unanimità stabilì addirittura che tutti gli autisti di “carrozze senza cavalli”, in caso si imbattessero in una mandria, dovessero immediatamente fermarsi, smontare la vettura in vari pezzi e nasconderli nel cespuglio più vicino fino a che non fosse certo che la mandria non si era agitata. Nonostante il voto unanime del parlamento locale, il governatore esercitò il suo diritto di veto e la cosa finì lì.
Cosa ci dice questa storia? Che il Red Flag Act è il simbolo di tutto quello che non si deve fare davanti all’innovazione. Frenare. Voltarsi dall’altra parte. Fare finta di nulla. Una colpa che è meno grave soltanto del suo opposto: lasciare campo aperto al cambiamento senza curarsi di chi ci rimette, a volte perdendo tutto. E invece questi processi vanno gestiti: occorre dare tempo a chi ha fatto investimenti di aggiornarsi, di cambiare rotta. Di migliorare il servizio. E’ quello che dovremmo fare con i tassisti: aiutarli a fare meglio. Spingerli a fare meglio. Perché a questo serve, deve servire l’innovazione. Migliorare i servizi e farci vivere meglio. Provare a fermarla con una metaforica bandiera rossa alla lunga è totalmente inutile, come dimostra la vicenda del Regno Unito. Ma nel breve periodo è anche peggio: nel breve periodo questo atteggiamento crea un danno irreparabile alla capacità di un paese di costruirsi un futuro: pensate a come possono sentirsi ora, oggi, non i manager di Uber che ormai è una multinazionale e ha le risorse per resistere e cavarsela, ma tutti quei ragazzi che in questi anni hanno creato delle startup per innovare il settore della mobilità e che oggi vedono il governo e il parlamento impegnati non ad aiutare chi rischia e chi innova, ma a mettere i sacchetti di sabbia per proteggere lo status quo. Lo sapete benissimo come si sentono. Si sentono presi in giro da tutti quei politici che in questi anni si sono riempiti la bocca della parola startup e adesso non dicono niente. Si sentono di vivere in un paese che ha scelto di non giocare la partita del futuro e quindi di non giocare la loro partita.
Ecco, la prossima volta che aggiornano le statistiche sui giovani che vanno all’estero, non fingiamoci stupiti. Non chiediamoci perché. Lo sappiamo benissimo: perché la nostra bandiera è diventata la Red Flag, cioé la bandiera rossa: non quella gloriosa dell’inno operaio, bensì quella che indica il segnale di un pericolo imminente quando arriva il futuro.
NON VI RICORDATE COME ERANO FATTE LRE AUTO? CLICCATE SOTTO….
Auto_storiche_del_periodo_1900_1910