L’altra sera c’era una grande coda sull’autostrada intorno a Firenze, quindi ho deciso di provare il nuovo parcheggio a pagamento denominato Villa Costanza. A parte che l’hanno chiamato così senza chiedere il permesso a nessuno, io sono proprietario del marchio “Villa Costanza”. Inoltre si tratta di un parcheggio pagato ai proprietari dei terreni come agricolo quando vi è una attività commerciale di ristorazione che avrebbe dovuto comportare un cambio di destinazione del terreno e quindi una valutazione ben più alta. Ma vediamo la mia esperienza circa alle ore venti. Il parcheggio è stato ampiamente pubblicizzato che fa da casello, cioè chi viene da Roma può tornare a Roma senza dover fare l’inversione di marcia in un casello successivo. Arrivo da Nord, quindi lo svincolo attraversa l’autostrada poiché il parcheggio è a lato della corsia proveniente da Roma. Il cartello dice 25 posti liberi per autobus, 500 posti liberi per autovetture. Ampio svincolo e mi trovo un casello con quattro postazioni, due di telepass e due di biglietteria automatica. Il telepass qui tecnicamente sarebbe inutile, è stato studiato per evitare le code e andare più veloci, ma qui ci dobbiamo fermare, anche per una intera giornata. La biglietteria automatica funziona, a parte che non ci si può avvicinare adeguatamente con l’auto senza rischiare di graffiarla. Per questo io scelgo sempre le biglietterie con operatore. Ma qui è giusto che non ci sia, l’operatore passerebbe l’intera giornata in una noia mortale. Davanti a me una vettura con targa tedesca. Mi accodo. A questo punto vedo che ha dei problemi. Ha inserito la retromarcia. Inserisco la retromarcia e, poiché dietro di me non c’era nessuno, procedo guardingo per uscire dalla corsia. Alla fine vedo che passa. Prendo il biglietto e entro in un ampio svincolo verso sinistra. A questo punto un altro casello con sbarra. Anche qui problemi per avvicinarmi con l’auto alla macchinetta erogatrice. Prendo il biglietto del parcheggio e scelgo uno dei 500 posti liberi. Il biglietto è come quelli dei parcheggi di Firenze. Contiene stampata la targa dell’auto. Mi incammino verso l’uscita e affronto un tornello di sbarre di acciaio. Vi sono tre tornelli, uno per uscire, uno per entrare, uno per disabili. Nessuno controlla il mio passaggio. Più avanti persone stanno facendo l’apericena nei confortevoli spazi del bar ristorante. Il parcheggio quindi non è custodito. Il parcheggio non è illuminato. Potrebbe entrare tranquillamente un malintenzionato a tranciare le gomme delle auto. Esco dalla zona ristoro e mi incammino a lato della tramvia. Quando torno vedo che la zona ristoro è un struttura a pianta rettangolare che arriva fino al confine del parcheggio scambiatore. Era troppo banale metterla allineata alla tramvia. La struttura del bar è inclinata rispetto all’asse della tramvia e lascia un vasto triangolo di terreno inutilizzato. Passo i tornelli e raggiungo l’auto. La trovo al semibuio perché ce ne sono solo una ventina. Se il parcheggio fosse stato pieno avrei avuto bisogno dell’aiuto satellitare. Esco con l’auto e vedo, in fondo al parcheggio il cartello uscita. Ci sono le frecce bianche per terra. Dopo un giro di mezzo parcheggio vedo un cartello di divieto di accesso e le frecce bianche verso di me. Ritorno nel parcheggio. Riprovo. Le indicazioni sono sbagliate. Ri-posteggio l’auto e vedo il tornello dove si paga il parcheggio. C’è un cartello “uscita” coperto da un altro cartello. E’ praticamente invisibile arrivando con l’auto. Vedo che, nella struttura ricreativa, una inserviente sta pulendo i bagni. Entro nella confortevole struttura ricreativa e ordino una bibita Mi dicono che sono dei privati e che i bagni sono loro. Accolgono con piacere la mia urina nella loro struttura senza supplemento di prezzo. Pago saluto e mi avvio al tornello. Il parcheggio adesso è illuminato. Forse è stato azionato dal cesso. Salgo in macchina e mi posiziono al casellino di pagamento parcheggio. Anche qui devo stare attento perché imponenti tubi di acciaio mi impediscono di avvicinarmi con l’auto. Apre leggermente la portiera e infilo il biglietto. Mi dice “ticket invalid” dopo alcuni tentativi mi dice che devo pagare alla cassa automatica. Ma in tutte le autostrade italiane si paga nella cassa automatica che ti apre la sbarra. Qui è diverso. Perdo 5 minuti per fare una retromarcia che mi permetta di aprire lo sportello. Loro ci tengono alle loro preziose apparecchiature e le proteggono con sbarre di acciaio. Anch’io ci tengo alla mia auto. Vado verso il bar e vedo due strutture di cassa automatica come i parcheggi di Firenze. Pago. 53 minuti 1 euro. Con biglietto vidimato riesco ad uscire dal casellino. Arrivo al casellone dove ci sono due corsie, una per biglietto e una per telepass. Riprendo il biglietto autostradale e arrivo in un altro grandioso svincolo, con diramazioni per Roma o per Bologna. Come molte strutture italiane, il famoso Parcheggio Scambiatore è fatto per chi sa come usarlo. Per chi lo usa la prima volta ci sono problemi. Immaginatevi i problemi che ho citato con dietro una coda di cento auto e succede un casino micidiale. W adesso facciamo un po’ di conti. Il parcheggio ha una area di circa 30 mila metri quadri. Un posto auto occupa 12 metri quadri. Siccome i posti auto sono posti in due file contrapposte, ogni due file di posti auto vi deve essere una strada di accesso, che ingombra per una altro posto auto ogni due. 500 posti auto sono 6000 metri quadri. Strade di accesso al posteggio altri 3000. I post per gli autobus sono 25, circa 600 metri quadri. Il bar ipotizziamo 2000 metri quadri. Siamo a meno di 12.000 metri quadri. Gli altri 20 mila sono svincoli. Belli, panoramici, grandiosi. Ma sono solo svincoli. Il Parcheggio è ammalato di svincolite. I tecnici della Società autostrade hanno sempre progettato svincoli autostradali. Mai parcheggi. E si vede. Speriamo che con la Brexit tornino in Italia dei tecnici che riescono a progettare parcheggi. Con razionalità ed efficienza.

Ve lo ricordate il film Apollo 13 in cui i tecnici della NASA costruiscono un impianto di emergenza con i pochi materiali a disposizione, un imbuto, un pezzo di tubo, una scatola, un sacchetto, pezzi di nastro adesivo. Poca spesa per un grande risultato. Anche nel Parcheggio sono stati utilizzati materiali e tecnologie disponibili. Molta spesa per un piccolo risultato. Già, ma in Italia non siamo la NASA. Per questo che i cervelli fuggono all’estero.